L’Italia è nel podio per il tasso di obesità infantile

  • by: Fondazione Valter Longo
  • March 11th, 2022

L’Italia è nel podio per il tasso di obesità infantile

I numeri dell’obesità infantile

L’ambiente odierno, soprattutto dei paesi occidentali e in via di sviluppo, è stato definito “obesogeno”: la famosa rivista The Lancet nel 2019 ha lanciato per l’obesità un allarme a livello mondiale, soprattutto in quanto essa affligge anche le minori fasce di età: 41 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni e 340 milioni di bambini e adolescenti con età compresa tra i 5 e i 19 anni sono in sovrappeso o obesi.

Il sovrappeso e l’obesità infantile sono ormai un’emergenza globale: ne soffre infatti il 30% dei bambini/adolescenti.

Un bambino obeso sarà molto probabilmente un adulto obeso, con tutti i rischi di andare incontro a complicanze patologiche. Ad esempio, la probabilità di sviluppare il diabete da adulto rispetto a un bambino normopeso è, infatti, 4 volte maggiore.1

Se guardiamo nel dettaglio la situazione italiana pre-pandemia, circa 3 bambini/ragazzi su 10 erano sovrappeso o obesi. Tale percentuale è del tutto sovrapponibile a quella degli Stati Uniti d’America. l’Italia è nientemeno che il terzo paese in Europa per il tasso di obesità infantile. La prevalenza è leggermente superiore nel sesso maschile e si conferma più elevata nelle regioni del Sud Italia2.

Si tratta di dati continuamente in crescita: negli ultimi 40 anni il numero di adolescenti obesi è aumentato di oltre 10 volte.

Quali sono le cause dell’obesità infantile

Secondo i dati di OKkio alla Salute, un sistema di sorveglianza del peso nei bambini dai 6 ai 10 anni, la maggior parte dei genitori di bambini in sovrappeso e/o obesi ritiene che il proprio figlio sia addirittura sotto/normopeso, che svolga un’attività motoria adeguata e che la quantità di cibo assunta non sia eccessiva.3

In realtà sia bambini che adulti mangiano troppi amidi e troppe proteine, che causano un’accelerazione dell’invecchiamento e peso in eccesso, mentre cereali, legumi e verdure sono consumati troppo poco. Sicuramente anche il consumo di snack e bibite zuccherate è aumentato, ma rappresenta un problema solo per una piccola percentuale della popolazione italiana, che li consuma solo occasionalmente. Pane, pasta, pizza, patate – le 4 p –, riso, frutta e succhi di frutta vengono invece consumati ogni giorno dai bambini italiani che sono pari a 5 lattine di bevande gassate o 10 cucchiai di zucchero.4 Queste errate abitudini alimentari predispongono a infiammazione, indebolimento del sistema immunitario, peggioramento della flora intestinale, con conseguente alterazione delle vie che controllano il senso di fame e sazietà.5

La chiave del successo è legata soprattutto all’educazione alimentare che deve essere condotta già a casa, grazie all’esempio dei genitori, ma anche a scuola, tramite iniziative quali webinar strutturati appositamente per istruire i più giovani su questi argomenti, in maniera coinvolgente e interattiva, per incoraggiare consapevolmente scelte salutari.

La produzione di materiale ed eventi informativi/divulgativi per scuole, famiglie e istituzioni organizzati dalla Fondazione Valter Longo, risponde alla chiamata all’azione da parte degli enti internazionali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il cui piano ha come obiettivo l’arresto dell’aumento del tasso di obesità infantile entro il 2025.6 Tale obiettivo è fondamentale perchè ci aiuterebbe a prevenire e controllare le malattie non trasmissibili più diffuse tra gli adulti, come ad esempio le malattie cardiovascolari, il cancro e il diabete.

La necessità di agire per fermare l’obesità infantile è perciò evidente, ed anche se non è sotto i riflettori di tutti, rappresenta ormai una parallela, ma non meno importante pandemia e una realtà con cui dovremo fare i conti una volta tornati alla “normalità”.

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