LINEE GUIDA VERSUS REALTÀ NELLE DIETE OSPEDALIERE

  • di: Fondazione Valter Longo
  • 20 Ottobre 2020

Negli ultimi anni i ricercatori hanno concentrato l’attenzione sulla correlazione cibo-malattie. Molti studi scientifici dimostrano che alcuni alimenti possono essere nocivi per i malati operati di tumore, fino a determinare un aumento del rischio di recidive. Nonostante ciò, nella maggior parte degli ospedali vengono serviti ai pazienti oncologici proprio questi cibi “sbagliati”. Sono molteplici le indagini che attestano come una corretta alimentazione possa, invece, influire positivamente sulla guarigione.

Una recente indagine statistica del Karolinska Istitute di Solna, in Svezia, ha messo in luce quanto seguire una dieta corretta, subito dopo aver subito un’operazione, possa accelerare i tempi di guarigione, nonché determinare un conseguente risparmio nelle spese mediche di gestione del paziente. Inoltre, uno studio pubblicato su Plos One (giugno 2019) dimostra che alimentazione sana e attività fisica sono il binomio ottimale per diminuire il rischio di morte prematura, nei pazienti oncologici post-intervento.

LINEE GUIDA VERSUS REALTÀ
Esistono vere e proprie linee guida alimentari codificate a sostegno di medici e pazienti, per facilitare l’educazione a una dieta adeguata da affiancare alle terapie. In particolare, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha diffuso un “Codice Europeo Contro il Cancro”. In questo documento, tra i 12 modi per ridurre il rischio di tumore, sono presenti anche indicazioni per una dieta sana. Consumare cereali integrali, legumi, frutta e verdura. Limitare cibi a elevato contenuto calorico (ricchi di zuccheri o grassi). Evitare carni conservate, limitare quelle rosse e alimenti ricchi di sale. Limitare (meglio evitare) alcolici. Oltre che, praticare attività fisica.

Altro esempio di Linee Guida è il report del World Cancer Research Fund (WCRF) ripreso dallo SmartFood della Fondazione IEO-CCM (Istituito Europeo di Oncologia e Centro Cardiologico Monzino) nel documento “Dieci utili raccomandazioni per la prevenzione oncologica attraverso dieta e stile di vita”. Ovvero come una sana alimentazione, associata a uno stile di vita attivo, sia uno strumento valido per prevenire, gestire e curare molte malattie.

La maggior parte degli ospedali, però, non tiene conto di queste indicazioni. Anzi, propone una dieta “sbagliata” con cibi infiammatori. Menu preconfezionati, uguali per tutti i pazienti, anche quelli oncologici. Per esempio, prosciutto o formaggio con purè di patate in fiocchi. Alimenti che provocano un innalzamento della glicemia, oltre che essere prodotti lavorati, sconsigliati dalle suddette Linee Guida. Inoltre, al momento di essere dimessi, ai malati non vengono neppure date indicazioni alimentari, per cui c’è anche il rischio che protraggano quel tipo di dieta anche a casa, peggiorando le condizioni di salute, invece che migliorarle. Come pure è grave che nei corridoi degli ospedali si trovino distributori di snack e bevande zuccherate, prodotti sconsigliati nella prevenzione dei tumori.

ESEMPI VIRTUOSI IN ITALIA
In Italia, ci sono ospedali che stanno mettendo in atto un cambiamento. Un esempio è il Progetto EAT (Educazione Alimentare Teenager) Alimentazione sostenibile, promosso dalla Fondazione del Gruppo San Donato. Qui i singoli pazienti (malati di tumore, operati di chirurgia intestinale maggiore e anziani, soggetti a rischio malnutrizione) sono seguiti da un nutrizionista-dietista oppure ricevono indicazioni alimentari ad hoc dal personale di reparto. Come pure, nella lettera di dimissioni sono presenti indicazioni dietetiche personalizzate, messe a punto sulla base della diagnosi e del decorso della malattia.

Al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, invece, hanno lanciato il progetto CRUNCH (Cucina e Ristorazione Uniti nella Nutrizione Clinica Hospedaliera), dove un team di cuochi e dietisti, coordinati da un nutrizionista, in collaborazione con il reparto di Dietetica Clinica e altre Unità Operative, compongono la dieta dei pazienti, combinando nutrienti, gusto e innovazione. Con un occhio di riguardo ai pazienti oncologici (riducendo i prodotti animali a favore di vegetali e legumi) e ai disfagici (pazienti con problemi di deglutizione, le cui pietanze vanno rese morbide, senza perderne in gustosità).

Altro esempio è il progetto “Chef in Ospedale” del Presidio Ospedaliero di Mantova. Qui la formulazione del menu e la preparazione delle pietanze è opera della collaborazione di un nutrizionista e uno chef stellato, per creare piatti sani che siano anche gustosi. Inoltre, le bevande zuccherate sono state sostituite con acqua e altre bevande senza zuccheri aggiunti. Infine, hanno messo in atto una campagna informativa, rivolta sia ai pazienti sia ai dipendenti, sui corretti stili alimentari da seguire.

FONTI
1) Karavasiloglou N, Pestoni G, Wanner M, Faeh D, Rohrmann S. – Healthy lifestyle is inversely associated with mortality in cancer survivors: Results from the Third National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES III) – PLoS One (Jun 2019)
2) Codice Europeo Contro il Cancro – International Agency for Research on Cancer (IARC) World Health Organization (WHO) (data ultimo accesso 01.08.2019)
3) Diet, Nutrition, Physical Activity and Cancer: a Global Perspective – World Cancer Research Fund WCRF (data ultimo accesso 01.08.2019)
4) Dieci utili raccomandazioni per la prevenzione oncologica attraverso dieta e stile di vita – IEO (data ultimo accesso 01.08.2019)

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