Se l’età è il fattore di rischio che influisce maggiormente nella comparsa delle principali malattie che portano alla morte, la strategia migliore è intervenire direttamente sul processo di invecchiamento. Prevenire e curare le singole malattie, infatti, è un processo articolato e lungo, oltre che essere meno sicuro in termini di efficacia. Per esempio, se nell’uomo (considerando una prospettiva di vita media di 80 anni), in genere i tumori compaiono dopo i 40, possiamo agire a scopo preventivo sul “programma di longevità”, posticipando o evitando completamente questa possibilità. Grazie all’alimentazione è possibile agire sui fattori che regolano l’invecchiamento.
Diversi studi illustrano come zuccheri, proteine e amminoacidi influenzano la via metabolica e i geni che accelerano l’invecchiamento: GH-IGF-1, Tor-S6K e Ras-PKA.I risultati delle ricerche scientifiche, dimostrano chele proteine animali determinano un aumento del fattore di crescita IGF-1, strettamente collegato al danneggiamento dellecellule e all’insorgenza di diabete e tumori. L’eccessiva assunzione di proteine, infatti,causa l’attivazione del recettore dell’ormone della crescita, che a sua volta fa aumentare i livelli di insulina e IGF-1, la cui concentrazione è associata sia al diabete che al cancro. Inoltre, proteine e amminoacidi da esse derivati (tra cui la leucina) sono in grado di attivare i geni Tor-S6K, responsabili anch’essi di accelerare l’invecchiamento. I geni Ras-PKA, invece, sono attivati dagli zuccheri (ovvero i carboidrati semplici, come pasta e pane bianco). La combinazione di zuccheri e proteine assunti nella dieta quotidiana, quindi, attiva al massimole molecole che determinano la degenerazione dell’organismo.
Queste scoperte sono l’esito dell’impegno e di lunghi anni di lavoro da parte di genetisti e biologi molecolari appartenenti a diverse Università e prestigiosi enti di ricerca. Per citarnealcuni: UCLA (University of California Los Angeles – USA), USC (University of Southern California – USA), UCSF (University of California, San Francisco – USA), MIT (Massachusetts Institute of Technology – USA), Harvard University (Boston – USA), Brown University (Providence – USA) e UCL (University College London – UK). Ecco perché è fondamentale proseguire nel percorso della ricerca scientifica di come l’alimentazione influenzi e controlli questi geni, nell’ottica di riprogrammare e ottimizzare la longevità dell’organismo umano.
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FONTI
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