Unareviewdi 11 studi clinici che hanno visto la partecipazione di ben 29mila individui, nell’arco di quasi 50 anni (dal 1966 al 2014), attesta che il caffè riduce del 30% il rischio di forme di demenza come Alzheimer e Parkinson. La quantità giusta di caffè da assumere ogni giorno risulta essere pari a 3-4 tazze di caffè espresso. La classica tazzina di caffè all’italiana vince sull’americano, sia per la modalità di preparazione sia per il contenuto in caffeina. Il caffè svolge, dunque, una funzione protettiva a livello dei neuroni cerebrali.
Un altro studio clinico, pubblicato di recente su Annual Review of Nutrition, esito dell’analisi di 127 articoli scientifici precedenti, dimostra che il caffè – oltre a proteggere da malattie neurologiche come già detto – preserva dal rischio di malattie cardio-vascolari, patologie correlate a disfunzioni del metabolismo (sindrome metabolica e diabete di tipo 2), come pure dal rischio di ammalarsi di alcuni tipi di tumore (colon, seno, prostata, fegato ed endometrio). Inoltre, a sostegno di ciò, un altro vasto studio, pubblicato su Annals of Internal Medicine, ha visto coinvolti ben 10 Paesi in Europa, dimostra che il consumo di caffè è associato a un allungamento della prospettiva di vita, grazie ai suoi effetti protettivi rispetto al rischio di morte a causa di malattie cardio-vascolari e dell’apparato digerente.
Il caffè è ricco di sostanze buone per la nostra salute. Caffeina, fenoli, terpeni hanno proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie. La sua azione antiossidante, inibendo stress e danno ossidativo a livello cellulare, ha un risvolto positivo anche come anti-tumorale.È sempre grazie agli effetti antiossidanti che il caffé viene associato alla rigenerazione dei neuroni, con azione neuro-protettiva. Caffeina e fenoli, in particolare, proteggono fegato e colecisti. Inoltre, il caffè è ancheamico del nostro intestino. Poiché favorisce l’equilibrio del microbiota (la flora batterica intestinale), diminuendo i batteri “cattivi” che provocano infiammazione e causano obesità. Per non parlare dei suoi noti effetti benefici al livello del metabolismo. Preso nelle giuste dosi, stabilizza pressione e glicemia, preservando la salute cardio-vascolare.
La quantità di caffeina varia in base a diversi fattori: i trattamenti termici a cui è sottoposto durante la torrefazione, la macinatura, la temperatura dell’acqua, il tempo di infusione e il tipo di preparazione (per infusione, come nel caffè americano e in quello “alla napoletana” o per ebollizione come nella moka e, infine, il caffè espresso della macchina al bar). In generale, più i grani sono fini, più è calda l’acqua e più lungo è il tempo di infusione, maggiore è la quantità di caffeina estratta e, quindi, presente nella nostra tazza di caffè. Su Agricultural and FoddChemistry è stata fatta una stima della quantità di caffeina presente in ogni grammo di caffè, in relazione a circa 30 varietà di caffè differenti. Da queste analisi, possiamo dire che in media, un caffè espresso contiene dai 50 ai 100 mg di caffeina.
Qual è, allora, il giusto quantitativo di caffè da assumere nell’arco di una giornata? Secondo l’EFSA (European Food Safety Authority) assumere circa 5,7 mg di caffeina per ogni chilo di peso corporeo, nell’arco di una giornata è sicuro (tranne per le donne in gravidanza, che devono evitare di bere caffè per la salute del feto). In base a questi dati, una donna che pesa circa 50 Kg può bere al massimo 3 caffè espressi al giorno, mentre un uomo di 70 Kg può arrivare fino a 4, beneficiando così dei suoi effetti protettivi. Il caffè, un po’ come il nitrometano nelle macchine da corsa del film Fast &Fourious, assunto al momento giusto “aumenta la combustione e migliora le prestazioni”.
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FONTI
In collaborazione con Redazione Fondazione Valter Longo Onlus
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