TUMORE AL SENO: COSA DICONO I NUOVI RISULTATI DEGLI STUDI CLINICI SU DIETA MIMA DIGIUNO E TERAPIA ORMONALE

  • di Redazione Fondazione Valter Longo Onlus
  • 4 Agosto 2020

TUMORE AL SENO: COSA DICONO I NUOVI RISULTATI DEGLI STUDI CLINICI SU DIETA MIMA DIGIUNO E TERAPIA ORMONALE
Continua la pubblicazione di ricerche scientifiche che studiano l’effetto dell’alimentazione come supporto alle terapie farmacologiche standard. L’ultimo è stato appena pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Nature, ed è stato coordinato dal Professor Valter Longo dell’Istituto FIRC di oncologia molecolare di Milano (IFOM) e dal Professor Alessio Nencioni, del Dipartimento di medicina interna del Policlinico San Martino dell’Università di Genova,
È stato già dimostrato ad esempio, sia nei topi che nell’uomo, che un regime dietetico ipocalorico che simula gli effetti del digiuno, è in grado di ridurre alcuni marcatori che favoriscono la crescita di cellule tumorali, come ad esempio l’insulina, il fattore di crescita insulino-simile (IGF1) e la leptina, l’ormone che regola la sensazione di sazietà.
Nel nuovo studio, gli autori testano l’abbinamento di una forte restrizione di calorie, proteine e zuccheri, sottoforma di Dieta Mima-Digiuno, insieme alla terapia ormonale in 36 donne come tumore al seno positivo agli ormoni e fornisce nuove possibilità per queste pazienti.

I RISULTATI NELLE PAZIENTI
Per controllare il modo in cui le cellule tumorali crescono e si dividono, è molto frequente trattare il carcinoma mammario ormone-sensibile con una combinazione di due farmaci: Fulvestrant e Palbociclib.
Dopo aver dimostrato che nei topi la combinazione di questi due farmaci, insieme a un regime che simula il digiuno, promuove la regressione del tumore per 160 giorni, i ricercatori hanno voluto verificare tale protocollo terapeutico anche in 36 partecipanti con tumore alla mammella ormone-sensibile, già arruolate in due studi clinici in corso a Genova e Milano, aggiungendolo alla terapia standard.
Il primo obiettivo è stato quello di testare la fattibilità e la sicurezza del protocollo alimentare, visto che la dieta, seppur limitata nel tempo, è molto restrittiva.
Nel primo studio, 24 partecipanti sono state trattate con un programma alimentare che simula il digiuno di 5 giorni e sono state in grado di completare, in media, 1 ciclo al mese per 7 mesi (con persone che ne hanno seguito da 1 a 14 cicli).
Nel secondo studio, 12 partecipanti hanno seguito una dieta simile, fortemente ipocalorica e povera di proteine ogni 3 o 4 settimane per una media di 5,5 cicli (con persone che ne hanno seguito da 2 a 8 cicli). Contrariamente a quanto precedentemente pubblicato su questo e altri regimi di digiuno intermittente, le pazienti hanno mantenuto, nonché migliorato lo stato di composizione corporea (peso, massa grassa, massa magra) e l’angolo di fase, un parametro misurabile attraverso la bioimpedenziometria, che indica lo stato nutrizionale complessivo del paziente, senza particolari effetti collaterali, se non mal di testa e debolezza. Gli effetti positivi inoltre, sulla base del citato studio pubblicato, sembrano durare nel tempo.

QUALE MECCANISMO CELLULARE ALLA BASE
Per investigare il meccanismo cellulare capace di esercitare tale effetto nelle pazienti, i ricercatori hanno effettuato degli esperimenti sui topi e sulle cellule. Anche nei topi, una Dieta Mima-Digiuno della durata di 48 ore ha permesso di migliorare l’efficacia della terapia ormonale, dimostrando che la combinazione di questi trattamenti induce l’arresto del ciclo cellulare con conseguente interruzione della proliferazione delle cellule cancerose. Una aggiunta di ormoni come insulina, IGF1 e leptina inoltre, inverte tale arresto, suggerendo che il meccanismo sia ormone-mediato.

COSA C’È ANCORA DA FARE?
I dati di questa importante ricerca sono incoraggianti e preannunciano un’era in cui la nutrizione potrà essere usata come un trattamento di precisione in oncologia. Tuttavia, siamo solo all’inizio e ulteriori studi clinici su larga scala consentirebbero di investigare ulteriormente ed eventualmente confermare anche nelle persone i risultati meccanicistici ottenuti in laboratorio.

L’IMPORTANZA DELL’OBESITÀ
Una lettura interessante che emerge da questo studio è la stretta connessione tra tumore al seno e obesità.
Il microambiente che permette alla ghiandola mammaria la secrezione di latte durante l’allattamento infatti contiene, insieme a tante altre tipologie cellulari, gli adipociti, le cellule del grasso. Un aumento di grasso in eccesso coinvolge e fa aumentare di volume anche gli adipociti del seno, portando a un conseguente aumento di segnali ormonali (come per esempio la leptina), ma anche infiammatori e angiogenici indispensabili alla crescita e all’invasione delle cellule tumorali.
Non è un caso quindi che l’obesità rappresenti un fattore di rischio che può contribuire allo sviluppo del cancro al seno e a peggiora l’esito della malattia. Dati scientifici3,4 stimano che una eccessiva adiposità durante l’età adulta aumenti il rischio di cancro al seno fino al 20%. Inoltre, le donne sovrappeso al momento della diagnosi di carcinoma mammario o coloro che aumentano di peso dopo tale diagnosi, hanno maggior probabilità di recidive e mortalità5.
Diminuire il grasso in eccesso sembra quindi essere benefico per le donne con tumore e dal momento che l’obesità è un fattore di rischio modificabile, è possibile intervenire sulla propria alimentazione e sul proprio stile di vita per trattare e prevenire questa e altre patologie.

FONTI:
1. Caffa I. et al. Nature (2020)
2. Brandhorst, S. et al. Cell Metab. 22, 86–99 (2015)
3. Eliassen, A. H., Colditz, G. A., Rosner, B., Willett, W. C. & Hankinson, S. E. J. Am. Med. Assoc. 296, 193–201 (2006)
4. Tamimi, R. M. et al. Am. J. Epidemiol. 184, 884–893 (2016)
5. Kroenke, C. H., Chen, W. Y., Rosner, B. & Holmes, M. D. J. Clin. Oncol. 23, 1370–1378 (2005)
6. https://www.fondazionevalterlongo.org/missione/


Romina Inès Cervigni
Biologa Nutrizionista, Responsabile Scientifico della Fondazione Valter Longo Onlus.
Coordina il team di Nutrizionisti specializzati nella Dieta della Longevità presso il Punto Longevità di Milano dove sono accolti i pazienti, piccini e adulti, in un ambiente intimo e confortevole. Gli orari di apertura sono dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 19:00 ed è possibile fissare un appuntamento contattandoci telefonicamente allo 02.25.13. 83.07 oppure compilando l’apposito form sul sito: https://www.fondazionevalterlongo.org/assistenza-nutrizionale/

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