L’alimentazione è strettamente correlata alle malattie autoimmuni.
Ad esempio una dieta troppo ricca di proteine animali, grassi saturi e zuccheri, può condurre a un eccesso di peso, ossia all’obesità. Secondo la ricerca scientifica, il grasso accumulato nel corpo e, in particolare, quello addominale è responsabile della continua produzione di molecole che stimolano la risposta immunitaria (come TNF-alfa e IL-6). Anche l’eccesivo consumo di sale è strettamente correlato all’insorgere di malattie autoimmuni, poiché può promuovere l’attivazione delle cellule T, responsabili di varie forme di autoimmunità. A tal proposito, sono ancora in corso diversi studi clinici.
La “dieta occidentale” può alterare la flora batterica intestinale (il microbiota) che a sua volta regola l’attivitàdi svariate cellule e può addirittura compromettere le normali funzioni del sistema immunitario. Un esempio è quello del latte vaccino, il cui consumo nei bambini è associato a una forte risposta autoimmune contro le cellule del pancreas che producono insulina, sviluppando problemi gastrointestinali e intolleranza al lattosio. Secondo alcune ricerche, lo stato infiammatoriocausato da un’alimentazione basata su cibi di origine animale, può essere ridotto con una dieta vegana, anche breve riduce.
Un altro modo per tenere a bada l’infiammazione, secondo gli esperti, è mangiare gli stessi cibi di cui si nutrivano i nostri antenati. Così facendo, siamo sicuri di “rispettare” il nostro genoma. In attesa di avere i risultati delle indagini scientifiche a riguardo, il consiglio dei ricercatori è di chiedere informazioni ai nostri genitori e nonni, come pure alle persone anziane sui cibi consumati nelle zone di origine della nostra famiglia. Grazie a questo tipo di indagine personale,possiamoscoprire quali sono i cibi più adatti a nutrire i nostri geni.
Per prevenire l’infiammazione sistemica e l’insorgere di patologie autoimmuni, gli esperti consigliano di seguire una dieta vegano-pescetariana ricca di nutrienti essenziali, vitamine e omega 3. Evitare il consumo di troppo sale. Preferire alimenti di cui si nutrivano i propri avi, evitando quelli che non mangiavano. Mangiare nell’arco di12 ore: colazione, pranzo e cena leggera, più uno spuntino secondo le necessità.
Praticare quotidianamente attività fisica, nell’ottica di mantenere un peso corporeo adeguato e ridurre il grasso addominale.In caso di malattia conclamata, le indicazioni degli studiosi sono di proseguire con il piano alimentare sopra esposto e valutare, con il proprioimmunologo, la possibilità diintraprendere una Dieta Mima Digiuno.
NOTA: I contenuti di questo articolo non devono essere utilizzati per effettuare auto-diagnosi o come terapie per malattie, ma possono essere presentati a un medico specialista in vista del trattamento di una patologia.
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FONTI
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